Anoressia
Dott.ssa Stefania Passaquindici
Il termine Anoressia, dal greco an-orexis che vuol dire mancanza di senso di appetito, si riferisce ad un disturbo del comportamento alimentare caratterizzato dalla riduzione volontaria dell'assunzione del cibo che, nel 15-20% dei casi, può portare al dimagrimento letale.
Le teorie degli autori sono contrastanti riguardo l'eziologia (biologica, psicologica, culturale, religiosa), ma concordi riguardo la nosografia (descrizione dei sintomi).
Per fare una diagnosi di anoressia nervosa è necessario che siano presenti determinate caratteristiche:
- Riduzione del peso al di sotto del 25% del normale peso corporeo per età ed altezza
- Assenza di almeno tre cicli mestruali consecutivi (amenorrea primaria o secondaria)
- Intensa paura di acquistare peso e di diventare grassi anche quando si è sottopeso
- Eccessiva attività fisica
- Alterazioni del vissuto corporeo, ossia come si vedono le proprie misure e le proprie forme
- Ritardato sviluppo psico-sessuale negli adolescenti e interesse sessuale marcatamente diminuito negli adulti
- Negazione della malattia
Comportamenti compulsivi, come lavarsi frequentemente le mani possono presentarsi nel corso della malattia.
Le manifestazioni correlate al calo ponderale sono: brachicardia, peluria, ipotermia, alterazioni metaboliche. I soggetti con anoressia mentale spesso tendono a preparare piatti elaborati per gli altri ma per loro riservano una dose di cibo poco calorico. Possono accumulare, nascondere, ridurre in briciole o gettare via il cibo.
Dal punto di vista socio-psicologico possiamo sicuramente collocare l'esordio di questa patologia con lo sviluppo dei mezzi di massa che bombardano il pubblico con immagini di donne snelle, basti pensare che l'anoressia è sconosciuta a quelle popolazioni dove la magrezza non è considerata una virtù.
Questo messaggio viene quotidianamente trasmesso da riviste, film, internet e suggerisce l'idea che solo chi è snello può essere amato e apprezzato.
L'inizio della malattia si presenta infatti verso i 15 anni, spesso dopo una dieta dimagrante fatta per migliorare l'aspetto fisico, questa patologia colpisce più le donne che gli uomini, e la frequenza maschile oscilla tra il 5 ed il 10%.
Dal punto di vista più prettamente psicologico, la malattia spesso si manifesta nelle cosiddette "brave bambine" che hanno speso tutta la loro vita cercando di compiacere i genitori, diventando improvvisamente testarde e negativiste verso l'adolescenza.
Queste pazienti mancano di qualunque senso di autonomia, l'anoressia nasce come tentativo di "prendersi cura di sé" per sviluppare attraverso la cura del corpo un senso di individualità, indipendenza ed efficacia interpersonale.
Le anoressiche trasformano la loro ansia e i loro problemi psicologici attraverso la manipolazione della qualità e della quantità del cibo assunto.
Questo ruolo forzato di bambina modello, a cui la madre ambisce, fa crescere un senso di risentimento scatenando la ribellione nella quale la paziente cerca di affermare la sua vera personalità per troppo tempo sopita e non sviluppata.
Generalmente i padri di queste pazienti sono emotivamente assenti, anche se spesso presenti nelle manifestazioni materiali, ma sono refrattari al dialogo emotivo (manifestare i propri sentimenti, esprimere le proprie emozioni, gioire, piangere, rattristarsi e soffrire).
Questa assenza o negazione e repressione delle emozioni, in genere è la più grande causa del sorgere delle varie patologie. Ogni emozione repressa o controllata viene somatizzata e si manifesta attraverso un disagio o una sofferenza fisica.
La malattia del figlio è uno dei motivi principali che tiene unite famiglie problematiche. I genitori possono servirsi del problema per attribuire la colpa al partner e contemporaneamente avvicinarsi per risolvere il problema comune, oltre a essere il modo migliore per non guardarsi dentro e non vedere i propri problemi (di coppia o familiari).
E` per questo che la forma terapeutica che produce più successi è la terapia individuale associata alla terapia familiare; in alcuni casi un ottimo supporto lo fornisce anche la terapia di gruppo.
Per richiedere un appuntamento per una consulenza relativa a un disturbo del comportamento alimentare, puoi inviare una mail a: info@psicobiettivo.it