Dott.ssa Stefania Passaquindici

Violenze su bambini

Dott.ssa Stefania Passaquindici

La violenza sui minori non è solo quella spettacolarizzata dai mass media, ma anche quella sommersa, di cui poco si parla e soprattutto a cui si da poco spazio in campo preventivo.

Parliamo quindi non solo di maltrattamento fisico (percosse e/o lesioni) ma anche di cure inadeguate o eccesso di cure (igiene scarsa, assenza da scuola immotivata, cure eccessive senza il ricorso al parere medico, malnutrizione, ecc...). Sempre più frequentemente si sentono notizie di abbandono (a casa da solo, in auto, per arrivare a chi li abbandona nei cassonetti o per strada), maltrattamento psicologico (sminuito, ridicolizzato, aggredito verbalmente, punizioni o restrizioni, come rinchiuderlo in luoghi bui o legarlo), abuso sessuale (esposizione a film pornografici o atti sessuali tra adulti, persuasione e violenza per coinvolgerlo in atti sessuali o sottoporlo a pratiche sessuali), sfruttamento morale (partecipazioni a incontri tra adulti dove non si considera il livello di maturità psico-sociale del bambino, come coinvolgerlo in attività illecite e delinquenziali).

Le violenze non sono perpetrate da estranei, ma sempre più spesso da genitori o da altri familiari e da insegnanti (proprio da coloro, da cui si dovrebbero sentire più protetti).


Cos'è la pedofilia

La pedofilia comporta un'attività sessuale su bambini prepuberi. I pedofili possono "limitarsi" a spogliare il bambino e guardarlo, a mostrarsi mentre si masturbano e a toccarlo con delicatezza.

Altri sottopongono i bambini a veri e propri rapporti sessuali, utilizzando a tal fine vari gradi di violenza.

Come si comporta un pedofilo?

Solitamente, si conquista la fiducia del bambino e spesso anche quella della famiglia.

Manifesta una evidente immaturità affettiva, può prestare attenzione ai bisogni del bambino per ottenerne l'affetto, l'interesse e la fedeltà, in modo che questi non riveli la relazione sessuale.

Il disturbo inizia di solito nell'adolescenza, sebbene alcuni pedofili riferiscano di non essere mai stati attratti da bambini fino alla mezza età.

Il loro livello sociale è di solito medio e sono nel 50% dei casi coniugati e con figli; quasi il 70% dei pedofili è stato in passato a sua volta vittima di violenze e abusi. Non è possibile tracciare un identikit del pedofilo tipo. La cosa più importante che si possa fare è prestare attenzione al comportamento dei propri figli, dedicare tempo al dialogo, renderli sereni nel comunicarvi tutto senza che possano provare vergogna e senza che si sentano giudicati e difenderli dal rischio.

Come difendersi dai pedofili?

La prevenzione comincia in famiglia ma anche la scuola può avere un ruolo importante.

I genitori devono considerare che un pedofilo può attrarre il bambino in mille modi.

Insegnare ai bambini che non verrebbero puniti o rimproverati per un abuso subito, quindi insegnargli a non mantenere segreti pericolosi. Il segreto e la vergogna sono le armi migliori dei pedofili.

Insegnare al proprio figlio il rispetto per la propria intimità; sarà più difficile pertanto che possa farsi guardare o toccare con naturalezza, qualora questi atti per lui non siano ritenuti naturali, se compiuti da persone differenti dai genitori; Insegnare la differenza tra un gesto lecito ed un altro, chi è autorizzato a toccarlo e in quali occasioni; saranno definite dai genitori le differenze e dovranno essere spiegate ai figli. Soprattutto Insegnargli che hanno una dignità e dei diritti e quindi Insegnargli a saper ascoltare il proprio imbarazzo e a dire di no.

Tale insegnamento è possibile e utile anche se il bambino è molto piccolo.

Non essere troppo rigidi con i bambini: i bambini trascurati sono le prede più appetibili dei pedofili.

Fornire risposte adeguate alla normale curiosità del bambino, non credere che siano troppo piccoli per capire, occorre solo farlo nel modo giusto e con i giusti modi e i giusti tempi.

Se i genitori non forniscono risposte adeguate, potrebbe farlo qualcun altro anche malamente (evitare di affidare i discorsi sulla sessualità ai coetanei o sperare che apprendano da soli). Le famiglie composte da un solo genitore sono più facile preda dei pedofili.

La scuola dovrebbe essere un supporto alla formazione/prevenzione fatta in famiglia; dovrebbe avere programmi di prevenzione e informazione anche per bambini molto piccoli.

Spettacoli teatrali, drammatizzazione e gioco di ruolo possono essere più utili di molte lezioni.

Bisognerebbe preparare gli insegnanti a identificare i possibili segni di un abuso, fornendo strumenti adeguati di insegnamento all'educazione sessuale. Parlare rende lecite le fantasie, diminuisce il senso di colpa, fa sentire meno soli e spesso i bambini hanno bisogno di un adulto differente da un familiare per le loro confidenze.

La prevenzione si basa soprattutto sulla costruzione di un rapporto di reciproca fiducia tra bambino e adulto. Se il bambino non è abituato a ricevere ascolto e attenzione, difficilmente potrà difendersi adeguatamente dai pericoli. L'ascolto del bambino non può essere occasionale, deve essere costante, quotidiano, in modo che venga aiutato a per riconoscere i propri stati d'animo. Il bambino che si sente creduto e rispettato tenderà di meno ad esporsi a rischi, acquisirà così capacità di giudizio critico e di fiducia in se stesso e nei familiari, imparando a proteggersi e soprattutto a capire quando c'è bisogno di chiedere aiuto.

Ricordate quindi:

  • Imparare ad ascoltare i vostri figli
  • Imparare a instaurare un dialogo e un rapporto di fiducia
  • Insegnagli cosa è lecito e cosa non lo è
  • Insegnargli il rispetto della propria intimità
  • Insegnargli che chiedere aiuto è importante
  • Insegnargli che con i genitori si possono trovare le soluzioni ai problemi
  • Aiutarli ad alimentare la fiducia in se stesso e nei genitori

Se sono molto piccoli può aiutare il gioco.

Tutti noi da piccoli abbiamo giocato al "facciamo che..."

Attraverso il gioco puoi chiedergli: "Facciamo che sei al parco con gli amichetti e ... c'è un signore che vi guarda ... tu che fai?

Oppure: "Oggi ho visto un bimbo che giocava con un cane mentre la mamma parlava con un amica, poi il padrone del cane ha chiesto al bambino se voleva andare con lui a casa a dare da mangiare al cane. Tu che avresti fatto?"

Sono tutti strumenti utili ai genitori per indagare sui comportamenti dei propri figli.


Nel caso in cui ci si trovasse in presenza di un abuso certo o presunto:

Ascoltare con molta calma senza drammatizzare le parole del minore.

Sostenere la sua decisione di rivelare l'accaduto e aiutarlo a raccontare l'episodio con tranquillità, cercando di far emergere ogni ricordo.

Rassicuralo che lui non ha sbagliato e che si farà di tutto per proteggerlo ed aiutarlo.

Tutelarlo e proteggerlo da eventuali esperienze stressanti (es: spettatori durante la testimonianza).

Chiedere aiuto e consigli ad esperti senza esporre il bambino ad inutili interrogatori o visite mediche, tranne quelle che hanno carattere di ufficialità.


A CHI RIVOLGERSI IN CASO DI ABUSO

In caso di abuso reale o presunto è necessario rivolgersi ai Carabinieri della propria città, ai Servizi Sociali del Comune di residenza, o ai Servizi Materno Infantili delle ASL.

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